Il primo riferimento alla Società di Contrada lo troviamo nel verbale relativo all’Assemblea Generale del 20 maggio 1877: “Marchi Achille fece una domanda al Rettore che gli avesse appoggiato una sua proposta tendente a formare una Società di Mutuo Soccorso tra gli abitanti della Contrada del Bruco, dichiarando che se si fosse approvata avrebbe trovato un comitato di persone idonee per formare la Società ….”. Il Rettore lodò lo scopo filantropico del Marchi, disse che l’avrebbe appoggiata ma che la nuova istituzione non poteva incorporarsi con gli affari e l’amministrazione della Contrada “…. dovendo essere una Istituzione separata”.

Nel 1881, in merito al progetto di ristrutturazione della casa di proprietà della Contrada, in Via del Comune n. 26 (quella che anche attualmente conosciamo come la Vecchia Società), la Società delle Feste Popolari contribuisce con 400 lire a titolo di regalia.
Nel 1882, sempre in merito alla ristrutturazione della casa al n. 26, viene letto una lettera del Presidente della Società di Beneficenza con la quale chiede che la facciata della casa venga fatta nello “stile presente”. Nel 1883 viene letto una lettera: “del Sig. Foresto Mazzoni a nome e per commissione di altri con la quale chiede l’affitto della sala della casa restaurata a patto che detto locale sia ceduto gratuitamente alla Società delle Feste Popolari e a quella di Beneficenza, come loro sede per le loro adunanze, banchetti, e per conservarvi i loro utensili e mobilio ….”.

Da queste non chiare informazioni, peraltro concentrate tutte in pochi anni, si può ragionevolmente dedurre che esistevano due Società: una delle Feste Popolari, forse come sezione rionale o a somiglianza di quella operante a livello cittadino, e l’altra appena costituita, di Mutuo Soccorso o di Beneficenza come talvolta veniva detta.
Non c’è invece nessuna notizia in merito alla Società del Giardino, se non che quella di Mutuo Soccorso verrà nel proseguo sempre definita “già del Giardino”. Così come non si hanno notizie sulla Società del Giglio che pure esisteva, come risulta nel verbale dell’Assemblea Generale del 24 febbraio 1889: “si da lettura di una lettera inviata dalla Società di Mutuo Soccorso già del Giardino nella quale si partecipa che stante la fusione di questa Società con quella del Giglio, affittuaria del quartiere al 1° piano e della sala e orto annesso, posti nella casa in Via del Comune, n. 26 e di proprietà della Contrada, e venendo questa Società del Giglio a cessare per tale fusione, si domanda l’affitto dei sopradetti locali in testa della Società di Mutuo Soccorso già del Giardino predetta, alle stesse condizioni accettate dalla nostra Società del Giglio”. Viene poi approvata una proposta da A. Petreni: “La Contrada stabilisce in massima d’eseguire tutti quei lavori occorrenti alla Società di Mutuo Soccorso già del Giardino nello stabile recentemente acquistato dalla Contrada del Bruco, previo progetto che sarà a presentare il Consiglio Direttivo dei lavori che potranno occorrere per uso della Società suddetta, da eseguirsi quando lo stato finanziario della Contrada lo consentirà” Mi sembra che sia possibile affermare che la Società di Mutuo Soccorso fondata nel 1877, si sia inizialmente costituita come “Il Giardino”, ritenendo poco probabile che abbia sostituito una precedente Società con tale nome, e solo successivamente abbia assunto il definitivo nome di “Mutuo Soccorso già del Giardino”.
È invece evidente l’esistenza precedente della Società del Giglio, che fu incorporata da quella di Mutuo Soccorso mediante fusione ed alla quale subentrò anche nell’affitto dei locali al n. 26 di Via del Comune. Il 24 settembre 1893 la Contrada delibera di entrare socia, contribuente con 100 lire annue, della Società di Mutuo Soccorso già del Giardino, che a causa della precaria situazione finanziaria chiedeva una riduzione del canone di affitto dei locali. Il Presidente della Società dice: “…. lo stato finanziario della Società è in condizioni misere, atteso i molti sussidi dovuti elargire in qualche anno e per non vederla fare la morte del tisico, com’ei si espresse, chiedeva una riduzione del fitto del locale occupato, e la quantificò in 8 lire, cioè tutto il canone”. “Vari membri dell’assemblea fanno conoscere: che il sacrificio che si voleva imporre alla Contrada tornava a vantaggio non al Mutuo Soccorso, ma a coloro che della sala della Società se ne servono per uso di divertimento”.
Fu deciso con 29 bianchi e 19 neri che: “La Contrada entra ad essere socia contribuente per 100 lire annue fintantanto che la Società si trova in circostanze di bisogno e che la Contrada possa pagare detta somma”. In precedenza (come risulta dal Consiglio Direttivo del 12 gennaio 1890) la Contrada aveva estinto una cambiale esistente alla Banca Popolare Senese, contraendo un prestito con uguale interesse, con la Società, alla quale viene rilasciata, solo ora, forse per la situazione finanziaria in cui versa, una obbligazione riportata nei nostri libri: “L’anno 1894 a questo dì 27 settembre, noi sottoscritti legittimi rappresentanti la Contrada del Bruco come da facoltà datoci in adunanza Generale del dì 16 settembre corrente, abbiamo dimandato ad imprestito al Consiglio della Società di Mutuo Soccorso già del Giardino la somma di lire cinquecento le quali sono state concesse e da noi ricevute in effettivi contanti alle condizioni di restituzione dopo l’avvenuta estinzione di altro debito corso con la Banca Popolare Senese con gli interessi relativi del 5% all’anno; più portiamo tale debito a lire seicento aggiungendovi lire cento stabilite pagare la Contrada alla Società come da deliberazione del 24 settembre 1893, scadenti 30 settembre 94 ed in fede di quanto sopra ci obblighiamo nei nomi la restituzione graduale delle suddette lire seicento nel tempo il più breve che la cassa di Contrada si trovi in condizioni di estinguerlo.” Firmato dal Rettore, dal Cassiere e dal Segretario.

Nel 1902 invece la situazione era senz’altro migliorata, perché si progetta addirittura di realizzare un immobile apposito. Nell’adunanza del 24 marzo, è riferito: “Circa il 2° affare portato dall’ordine del giorno e riguardante la cessione di area fabbricativa di proprietà della Contrada alla Società di M. S. del Giardino, l’assemblea delibera in massima di accordare tale area, riservandosi però di esaminare prima il relativo progetto di fabbricazione che la Società stessa s’impegna di fare eseguire e presentare poscia all’assemblea della Contrada”. Escludendo che si tratti del capanno in fondo all’orto, si deve ritenere che questo progetto sia rimasto lettera morta. Di questa Società non si hanno più notizie fino al maggio del 1928: “Da parte della disciolta Società del Giardino, Sezione Donne, con gentile pensiero di cui il Consiglio si dichiara gratissimo, è venuta in Contrada, come grazioso dono, la bandiera già appartenente alla Società suddetta”.
La Società delle Feste Popolari, invece venne incorporata nella Contrada nel 1905: ” Si approva lo scioglimento della Società delle Feste Popolari e la ricomposizione della medesima quale sezione autonoma della Contrada”.

Nell’autunno del 1908 si predispone e si approva lo statuto regolamento della Società di Contrada a cui si da il nome di “Barbicone”. Ha lo scopo di soccorrere la Contrada nei suoi bisogni economici, ed infatti corrisponde un contributo di 10 lire mensili, ma l’attività “anti statutaria” svolta, viene guardata con preoccupazione. Nel maggio dell’anno successivo, essendo già in arretrato con i pagamenti, il Consiglio Direttivo della Contrada scrive una sollecito alla “pericolante Società Barbicone”. Questa infatti nella propria adunanza del 17 maggio delibera lo scioglimento, conferendo alla Contrada il proprio fondo cassa ammontante a lire 35.

Nei nostri libri non si parla più di Società fino al 1921 quando troviamo i locali (della vecchia società) affittati all’inquilino Franchi e nel Consiglio Direttivo del 5 febbraio: “IL Cav. Migliorini dietro tante richieste a lui fatte da molti di Contrada tendenti a far sì che il locale a piano terreno di proprietà della Contrada posto in Via del Comune al n. 26 possa ritornare ad essere usufruito dalla Contrada stessa e più propriamente ad uso di Società fra i componenti la Contrada medesima”. Per realizzare questo disegno, liberare il locale e costituire una Società di Contrada, viene nominata una commissione e nell’agosto dello stesso anno: “Il Rettore spiega con dotta parola la costituzione della Società, al solo scopo di affratellare tutti per l’incremento della medesima, invia un voto di plauso e di ringraziamento in speciale modo al Sig. Amedeo Corradeschi per l’opera prestata per anticipare l’inaugurazione della medesima”. L’inaugurazione della Società di Contrada avviene il 14 agosto del 1921, ma in pratica, anche successivamente, da questa non viene svolta nessuna attività, e vane risultano anche le varie sollecitazioni, fatte in tal senso, dal Consiglio Direttivo della Contrada.

Nel 1923 la commissione per la Società del Bruco organizza una “Fiera Gastronomica” che, oltre ad ottenere un notevole successo, risulta incoraggiante per tutti, tanto che il Rettore “rivolge parole di plauso alla solerte commissione per l’opera prestata e, per dare un segno tangibile della sua approvazione” lascia alla Società il 50% dell’utile (£. 1477,80), invece del 20% come era previsto nello statuto. Ma una rondine non fa primavera e negli anni successivi continuò la scarsissima frequenza ed il completo immobilismo.

Nel 1925 i giovani costituiscono una Società con finalità sportive, frutto dei tempi; che si chiamerà “Circolo Sportivo Alba”, alla quale vengono concessi i locali con mobilia, ad un affitto di 70 lire. Nonostante il basso canone, il Dopolavoro Provinciale di Siena scrive al Consiglio della Contrada, pregandolo di dispensare il Circolo dal pagamento del fitto. Anche questa iniziativa ha però vita breve, tant’è vero che dopo tre anni viene fusa, o se vogliamo incorporata, dalla Società del Bruco.

Passano nuovamente molti anni prima di tornare a parlare di Società.
Questo avviene nel 1946, quando passata la guerra e conclusasi l’era fascista, si predispone lo statuto regolamento della “Nuova Alba”.
E poi, dall’Assemblea Generale del 12 giugno 1950: “Si passa alla lettura della lettera del Sig. Pini Quinto, Vice Presidente della Società Sportiva Alba, nella quale è dichiarato esplicitamente che detta Società verrà chiamata d’ora innanzi Socità della Nobil Contrada del Bruco sostituendo Società Sportiva Nuova Alba. Con tale cambiamento si è voluto dimostrare che non esiste nessuna distinzione tra Società e Contrada, tutti i componenti dell’una e dell’altra, sono principalmente del Bruco e per questo motivo bisogna essere uniti, per il raggiungimento della vittoria, ed il benessere della Contrada e della Società”. Nel 1950 la Società ha offerto i rinfreschi per la Festa Titolare; nel 1951 la Società ha sottoscritto £. 100.000 per il Palio e per la Festa Titolare ha pagato £. 12.000 per l’elettricista ed ha offerto la colazione ai figuranti; e così in modo finalmente continuativo.

Nel 1989 la società ha ripreso l’antico nome “Alba”.