Le Origini

Una memoria di questa fonte che esiste tutt’ora presso l’arco di San Francesco, nel muro che regge la soprastante Via dei Rossi, è del 1513: Bonaventura d’Antonio di Berto, operaio dei bottini, spese in quell’anno qualche soldo per “opere date alla Fonte di Sancto Francesco et per parapetto di detta fonte et per toppe et per chiavi…”
Una tradizione volle poi che San Bernardino, predicando, ne bevesse in presenza alla moltitudine e da allora si cominciò chiamarla fonte di San Bernardino.
C’era una iscrizione che trovatasi murata in questa fonte, sotto una statuetta raffigurante San Bernardino, che fu tolta nel secolo scorso da un Ingegnere comunale, risalente al 1626: “FIDUCIA MAXIMA, HIC, EX D. – BERNARDINI FONTE, AQUAM BIBENS – EX AQUORUM VIVENTIUM FONTE – ET GRATIARUM – GRATISSIMUS FRANCISCUS VANNETTI A. D. MDCXXII”
Da le fonti di Siena di Fabio Bargagli Petrucci

Nel 1978 il Rettore Mario Menicori ha promosso il restauro – curato dall’architetto Lorenzo Borgogni – della Fonte di San Francesco, che è così divenuta “La Fontanina del Bruco” dove vengono battezzati i piccoli contradaioli.
Dall’acqua emerge la statua – opera di Angelo Canevari – di Francesco d’Agnolo detto Barbicone che, insieme a Cecco delle Fornaci e a Giovanni di Monna Tessa, fu a capo della rivolta della Compagnia del Bruco che il 14 Luglio 1371 sostituì nel governo di Siena i rappresentanti dei quindici. L’opera esprime la forza del personaggio nell’atto deciso di condurre il popolo all’azione.
“Davanti alla Fontanina un sedile in pietra consente a chi ha fatto a piedi le Coste d’Ovile, di riposare un momento, ascoltando il mormorio dell’acqua che scorre nella grotta”.
Da un appunto di Germano Trapassi

Fonte di San Francesco

Questa Fonte per scendere alle coste d’Ovile e vicino al portone di San Francesco è antica e nella Contrada del Bruco, la quale ci fu fatta dal pubblico di Siena, per commodità dei popoli di questa Contrada e della Giraffa, et è dell’istessa acqua che va alla Fonte di Piazza e si trova che nell’anno 1417 ci era, come si legge in un contratto al numero 124 esistente nell’Archivio dello Spedale grande nello Stanzino dei contratti della città di Siena e a Ovile anticamente Ci stava molto Popolo particolarmente Battilani e Tessitori di seta, Pannilini e Lani doppo l’anno 1342 fu fatta la Fonte di Piazza e fu introdotto l’Acqua a questa Fonte come in questo a foglio 99. La casa che è vicina a questa Fonte la quale oggi è di casa dei Signori Borghesi e confina con tre strade la quale era già del Comune di Siena, fu venduta dal detto Comune il dì 7 Luglio 1417 a Ser. Noccolò Dondi Notaro per il prezzo di fiorini n. 340. Come per contratto rogato da Ser. Pietro del già Neri di Martino nella residenza degli Esecutori delle Gabelle, Contratti nell’Archivio dello Spedale al n. 124 nello Stanzino della Città. Il trabocco di questa Fonte va alli chiostri del Priore di Santo Francesco a dove loro ancora nel secondo chiostro, ci hanno una Fonte.
Le due armi che sono in questa Fonte sono quelle che anticamente facevano le due Compagnie, cioè San Pietro a Ovile di Sopra (e questa è la Giraffa) e quella di San Pietro a Ovile di Sotto e questo del Bruco come si vede al libro delle armi delle Compagnie a foglio 26 in mano del Macchi e si trova nell’anno 1397 che ci era come al medesimo Libro di Memoria dello Spedale nel foglio 9 a tergo.
La suddetta casa si trova al Tomo 2° a foglio 204 – la quale di poi dai Signori Figli del Signor Angelo Borghesi l’anno 1725 fu venduta al Signor Coli il quale l’ha tutta risarcita per di dentro, e per di fuori fattovi sopra il cornicione e raggiustate le finestre e intonacata tutta di calcina, che per il passato era di mattoni e terminata l’anno 1726 sì come ancora altro fratello del Coli vicino alla Madonna del Corbo ci compra l’anno 1726 alcune casucce e diede essa allo Spedale perché arano già commisse e ci a fatto fare per sua abitazione un Palazzotto.
Da una pagina dei memorie dell’ospedale di Santa Maria della Scala

La Fontanina di Contrada

Circa venti anni or sono e precisamente l’8 luglio 1978 la Contrada restituì all’ammirazione dei cittadini senesi il secolare “Fontino di San Francesco” ripristinato sotto l’attenta direzione dell’Architetto Lorenzo Borgogni e di altri appassionati Brucaioli.
Volutamente si evitarono orpelli di riferimento alla Contrada che avrebbero certamente meglio qualificato l’appartenenza della fonte ma, con altrettanta certezza, avrebbero compromesso l’armonia e l’elegante semplicità della struttura. Ci si limitò, quindi, a collocare all’interno della fonte un bruco rozzamente scolpito nel travertino. Si volle però, e non tutti erano d’accordo, collocare nell’interno una statua in bronzo, opera dello scultore Angelo Canevari, raffigurante Francesco D’Agnolo detto Barbicone, intendendo con ciò ricordare un avvenimento storico di cui il popolo del Bruco fu primo attore, avvenimento lontano nel tempo ma sempre presente nella memoria del popolo oggi, come allora, determinato ad essere protagonista, con ben diverso fine, in quel campo verso il quale Barbicone tende la “ronca”.
Si volle, insomma, rinnovare memoria degli avvenimenti del 14 luglio 1371 quando la Compagnia del Bruco, che il popolo seguì come una vera forza dirigente, lanciò l’attacco supremo contro il Palazzo del Governo. La rivolta degli “scardassieri del Bruco” tesa ad ottenere per le proprie famiglie una vita quantomeno dignitosa fu “una delle prime sollevazioni degli operai salariati del Medioevo e scoppiò sette anni prima del tumulto dei ciompi di Firenze”, come ricorda il Rutenburg, rappresentando nella storia di Siena un importante momento che il popolo del Bruco seppe ulteriormente esaltare con il proprio sangue sparso con crudeltà inaudita nella mattina del 30 luglio.
Di tutto ciò l’8 luglio 1978 si volle dare ulteriore testimonianza resa ora possibile da una valutazione dei fatti diversa da un passato anche recente.
Come infatti sottolinea Franco Franceschi in un recente validissimo saggio, “a Siena è sembrata prevalere, presso i ceti colti, la tendenza a minimizzare gli eventi del 1371, se non a espungerli dal grande alveo della storia cittadina”: ne è valida riprova l’opposizione nel novembre 1882 del sindaco Banchi alla richiesta avanzata dai brucaioli “di porre una lapide in ricordo della rivolta dei lanaioli del Bruco nel 1371 sulla facciata di una casa della Contrada”.
A rinnovare nei senesi la memoria dei fatti che costituiscono momenti rilevanti della storia della nostra Città, il popolo del Bruco volle porre nel rinnovato fontino effigie di colui che, a torto o a ragione, fu ritenuto il capo della “Compagnia del Bruco”.